il teatr(in)o del (bi)sœgno

Dinnanzi a tanto sciacallaggio mediatico sulla quaestio fundamentalis della separatio arcorensis, di fronte all’esercizio stucchevole degli scribi d’ambo fazioni, l’evoluzione virtuale della tecnologia gutemberghiana, sottoposta agli stress di regimi e controregimi, avanza in un colpevole ritardo controfattuale.

Veronica, dopo 10 anni di tentennamenti, ha preso una decisione sofferta. Cala il sipario dietro il nulla. Non la si può di certo tacciare di essere una decisionista impulsiva. Dieci anni infatti era durata la guerra di Troia.

Sorprende, ora, constatare il contrappasso: la stampa nemica si trasforma in fuoco amico, il focolare domestico, per converso, si metamorfosizza in brace corrosiva e dirompente. La first lady, ricordano taluni, è stata anch’essa un’attricetta di quarta serie, tutta culi e tette, che oggi, forse perché inacidita, si scaglia contro la miriade di repliche di quella sé stessa giovane.

Berlusconi, consigliato da Letta e Bonaiuti, e corroborato da Ghedini, si chiude in un silenzio provato e addolorato.

Da sinistra, i tanti Comunardi Niccolai si levano a parlare di divorzio politico.

Intanto, la politica (ormai spettacolo fatto con altri mezzi e soldi pubblici) procede spedita: una locomotiva degna di Zola.

È notizia di pochi minuti fa, velina diffusa da Radio Londra ma ancora non ufficializzata in Italia, la riunione di sei tasks force che, su incarico del pontefice Benedetto XVI e avvallo del presidente della Repubblica in carica, Giorgio Napolitano, si stanno prodigando nella risoluzione del problema.

Inizialmente, si era pensato di costituire 6 nuclei operativi misti scelti a caso dal seguente ampio ventaglio: parlamentari (deputati e senatori), esperti di relazioni di coppia, giuristi, antropologi, prelati, framassoni, docenti di diritto consuetudinario dell’Africa subsahariana, filosofi, una squaw e due samurai.

La difficoltà di discriminare fra alcune delle predette categorie ha comportato uno slittamento epistemico.

Nomine e conseguente burocrazia notarile, sono state appaltate in un primo momento alla yakuza, che, attualmente impegnata in un traffico di organi di oranghi tanghi, ha dovuto declinare l’invito. In subordine si è optato, con il beneplacito del cardinal Ruini, per trasferire il potere decisionale ad un triumvirato di saggi scelti oculatamente presso i ranghi occulti della triade cinese: Ca-Chi-Pun, Farkle Ken Ken Pa, Kai Bai Bo – temuti giocatori di murra di Dorgali, imbattibili nonostante nati mutili delle dieci dita delle mani.

Ma quale il compito di questi think tanks?

Trovare una moglie per Berlusconi.

Il primo convitto è composto da: una professionista dello squirting, un ciambellano, un noto alcolista del lombardoveneto, un giudice corrotto e un deputato dell’udc. La proposta elaborata in 4 sessioni di intenso lavoro intellettuale è la seguente: si potrebbe pensare di diramare un AAA cercasi ermafrodita

La seconda assemblea, composta da un sacrestano ateo, una suora incinta, un pedofilo, un barbagianni, un’avventizia e un senatore della lega, ha notificato, in 2 sedute di studio, la possibilità di praticare un esorcismo a Veronica Lario, facendole ammettere che lei è Mara Carfagna.

Il terzo gruppo, formato da un fromboliere, un seminarista, un onanista, un mesopotamico, un agente del mossad, uno squadrista e un funzionario del pdl, ha proposto, senza essersi mai riunito, che Berlusconi potrebbe dichiararsi, data la vetusta età, interessato solo a giochi erotici con scambisti piacentini.

il quarto consesso, formato dal fondatore di youporn, un attore cagliaritano fallito, un’omeopata, un malato terminale e un rappresentante extraparlamentare di alleanza nazionale e della sinistra (incredibilmente non c’è contraddizione), ha suggerito un’opzione segreta.

il quinto convegno, formato da soli rappresentanti del pd, ha, per il momento, avanzato l’ipotesi più plausibile. Scelta a caso di uno dei leaders del centrosinistra che, dopo un inutile viaggio a Casablanca, potrebbe realizzare con Berlusconi un matrimonio apodittico, susseguente al divorzio politico. Approvazione autoapologetica del costituente Mario Adinolfi.

il sesto gruppo, formato da soli ciechisordomuti, si è astenuto dal proporre qualunque soluzione. Prevista per loro una scomunica e un rogo minor.

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