nazionalizzare l’atomo

oggi sarkozy e berlusconi si incontrano, l’obiettivo è quello, entro il 2020, di esportare insieme energia elettrica ottenuta a partire dal nucleare.

sembrerebbe uno scherzo, ma non lo è. una volta di più, dall’alto, si decide di rimettere mano ad una decisione popolare sancita da un referendum di oltre 20 anni fa (1987, per la precisione, anche a seguito del disastro ormai ucraino di chernobyl, do you remember?).

costruiremo impianti di terza generazione, saranno sicuri e permetteranno di coprire il 25% del fabbisogno nazionale, quando saranno a regime – ovvero dopo il 2020.

enel e edf saranno i partner per la progettazione e la realizzazione di quattro unità epr (le centrali nucleari di terza generazione) sul territorio italiano, ma non basta.

la joint-venture è infatti aperta a tutti gli operatori del settore: edison, sorgenia, le municipalizzate, e. on italia – e le cosiddette società energivore, ovvero i siderurgici, il comparto della ceramica o dell’alluminio.

nessuna ipocrisia, per carità. di energia abbiamo bisogno, ma possibile che si debba ripuntare proprio sul nucleare?

eolico, solare, biomasse, etc proprio non ci piacciono?

intanto, dall’altra parte dell’atlantico, obama, dimostra di aver studiato keynes, e proprone un piano di nazionalizzazione delle banche (delle principali e di quelle maggiormente intossicate) per salvarle dai danni dei titoli tossici.

verrebbe da dire che piove sempre sul bagnato e che a pagare gli stravizi dei più forti, son sempre i più deboli.

impareremo mai la lezione?

la borsa di tokyo è ai minimi storici, quelle europee non se la passano meglio. il governo nipponico comincia ad investire in borsa e i governi europei, ue inclusa, fanno un pensierino a seguire obama: nazionalizziamo anche noi le nostre banche. per inciso, anche il nostro premier e il suo ministro dell’economia, strenui sostenitori della libertà anche di fare intrapresa e fermi sponsor (fino a pochi giorni fa) dello slogan ottimista “la crisi passerà, continuate a spendere”, si son fatti immediatamente cupi paladini preoccupati, antesignani (tremonti sostiene di aver previsto la crisi e la sua pervasiva distruttività ben prima di tutti gli altri, sic!) e favorevoli a questo socialismo reale dei cocci da pagare.

verrebbe da pensare che forse dobbiamo pensare a qualcosa di buono.

suggerimenti?