figli di un mare minore

“Allora Koya, cos’è che fa un analista di borsa? Quali competenze antropologiche e sociologiche possiede?”

“Nessuna!”

“Come nessuna? Non sai nulla di economia reale? Sai solo di economia borsiaria?”

“Beh, sì. Io sono un esperto di matematica finanziaria. Analizziamo i flussi di mercato con operazioni di approssimazione per il futuro.”

“Fammi capire bene. Tu fai l’analista di borsa e non hai la minima idea di cosa state analizzando in realtà?”

“Certo che ce l’ho. Analizziamo i flussi dell’andamento dei titoli!”

“No, voglio dire altro. Tu sai cosa comporta nella vita della gente comune la discesa o l’ascesa del valore di un titolo di mercato?”

“Quelli che hanno investito possono guadagnare o perdere.”

“Ok, questo nel mondo della borsa. Ma nel mondo quotidiano della gente comune lo sai cosa significa che un titolo salga o scenda? Che cosa accade quando un’azienda opera per far salire il titolo?”

“Non ti capisco! Se il titolo sale la gente guadagna, se scende perde, o no?”

“Senti Koya, ma tu come le fai queste analisi dei flussi di mercato?”

“Sono analisi dell’andamento a breve termine dei listini valore azionari. Le facciamo con studi di funzione e approssimazione in base ai risultati precedenti. Sono operazioni matematiche. Come a scuola, solo che noi il risultato non lo conosciamo in anticipo. Ecco, facciamo delle simulazioni dell’andamento del flusso valori. A noi quali siano veramente i titoli in gioco non interessa. Vediamo la funzione del loro andamento e facciamo una previsione a breve termine. Se un titolo sta andando bene, prevediamo che continuerà ad andare bene. Se va male, idem. Se va troppo bene, però, le cose cambiano. Non è pensabile una crescita infinita.”

“Oh, finalmente. E lo sai perché non è possibile una crescita infinita?”

“Sì e no, ma la cosa non è molto rilevante. Non mi serve per fare il mio lavoro.”

Scioccante, sono seduto con uno che fa l’analisi dell’andamento della borsa di Tokyo e scopro che non ha la minima idea non solo dell’impatto che la borsa ha sulla vita di tutti i giorni. Non sa neppure che differenza passa tra economia reale di gente che lavora, ed economia finanziaria di gente che specula. Non sa perché non è possibile una crescita infinita! Pazzesco! Pa-zze-sco!

“E non ti interessa sapere quali effetti la borsa ha sulla vita dei poveri diavoli? Perché un titolo non possa crescere all’infinito? Non hai voglia di sapere cosa c’è realmente dietro ad un titolo che cresce o scende, o addirittura scompare?”

Mi guarda con una certa rammaricata sorpresa. Perché le dovrei sapere queste cose? È proprio importante che le sappia? Lo attacco bonariamente prima che possa dire qualcosa.

“Guarda Koya, io di titoli in borsa ne so poco, ma qualcosa la so. Di vita reale, invece, so un poco di più. Economia reale ed economia finanziaria non corrono mica sullo stesso binario. L’economia reale ha bisogno di investimenti a lungo termine. L’economia finanziaria deve produrre utili immediati.”

È come se parlassi arabo. La cosa, però, mi dà ulteriore coraggio. Continuo.

“Quasi tutto quello che fa salire un titolo in borsa ha effetti negativi sull’azienda reale. Licenziamenti, riduzione degli investimenti infrastrutturali, ecc. Al contrario, quasi tutto quello che produce effetti positivi nella vita reale delle aziende quotate e dei loro lavoratori, è penalizzato dall’andamento dei titoli.”

Adesso parla questo giapponesino giramondo, laureato in un college privato da migliaia di euri all’anno.

“Ma all’Università queste cose non ce le insegnano. Ci insegnano a fare calcoli e studi di funzione. Ci concentriamo sulla matematica finanziaria. Tu come le sai queste cose? Sei sicuro che siano vere? E poi, non capisco! Perché non ce le insegnano?”

Procediamo con ordine.

 “Non ve le insegnano perché non conviene insegnarle, queste cose. Magari fanno venire dei dubbi! Per quanto riguarda il fatto se siano vere, basta farsi un giretto per il mondo. Anche negli USA, che esportano le loro fabbriche o le dismettono e subaffittano in Asia o Africa le fasi di produzione. Perché lo fanno, secondo te?”

“Perché la manodopera costa di meno!”

“E anche perché non esiste tradizione sindacale. Non esiste classe media. Non esistono diritti garantiti. E questo che riflessi ha in borsa? Il titolo sale o scende?”

“Se l’impresa risparmia, il titolo sale. Che domande!”

Mica è banale, però, questa mia domanda.

“E cosa mi dici della vita di quelli che lavoravano per quella fabbrica e si sono trovati per strada? E di quelli che per quella fabbrica cominciano a lavorare in un paese che non ha leggi in proposito? E che mi dici del fatto che poi l’azienda, se trova una migliore occasione da qualche altra parte, chiude e si trasferisce? Il titolo sale ma io sono sicuro che la qualità della vita di quella gente scende!”

Ora qualche dubbio s’affolla sulla fronte liscia del mio amico analista di borsa.

“In questi termini non ci avevo mai pensato! In effetti, è un problema abbastanza serio visto così.”